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Pietro Bassi Neurologo


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VISITA NEUROLOGICA PER STANCHEZZA  CRONICA

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La fibromialgia condivide molti aspetti con la sindrome da fatica cronica, problema che colpisce maggiormente le giovani donne e che spesso viene erroneamente classificata come ‘simulazione di malattia (finzione intenzionale dei sintomi)’.

“La sindrome da stanchezza cronica"  è una sindrome caratterizzata da astenia invalidante che dura più di 6 mesi, a origine sconosciuta e associata a svariati sintomi, tra i quali:
disturbi del sonno
senso di disturbo cognitivo
fatica
dolore
peggioramento dei sintomi con l'attività fisica

Nonostante il termine sindrome da stanchezza cronica sia stato usato per la prima volta nel 1988, - continua l’esperto - il disturbo è stato ben descritto sin dalla metà del 1700, ma con differenti nomi: febbricola, neuroastenia, brucellosi cronica, sindrome da sforzo fisico”.

Le cause

L’origine della sindrome da fatica cronica è tuttora sconosciuta. “Non sono state stabilite cause infettive, ormonali, immunologiche o psichiatriche. Similmente, non ci sono marker allergici o immunosoppressione”, osserva lo specialista.

Negli ultimi 2 anni di pandemia, tra le cause di questa sindrome, così come in parte nel caso della fibromialgia, è stata ipotizzata anche l’infezione da Covid 19. “Alcune persone, che hanno recuperato da Covid 19, sono diventate portatrici di stanchezza cronica con sintomi persistenti, alcuni dei quali derivano dadanni d'organo, causati dall'infezione e/o dal trattamento

un disturbo da stress post-traumatico.Alcuni ricercatori sostengono che l'eziologia si dimostrerà essere multifattoriale, includendo una predisposizione a fattori:psicosomatici;genetici;esposizione a microbi;tossine;traumi fisici.

In ogni caso, è importante sottolineare la legittimità fisiologica della sindrome da fatica cronica”.

I sintomi: una stanchezza che non si allevia nemmeno con il riposo.

Nella sindrome da stanchezza cronica, come dice il nome stesso, è l’astenia.

La sindrome iniziale si risolve, ma scatena una protratta e severa stanchezza, che interferisce con le attività quotidiane e in genere peggiora con lo sforzo, ma è alleviata poco o niente a riposo.

Importanti caratteristiche generali sono i dolori diffusi e i disturbi del sonno, a cui possono associarsi disturbi cognitivi, come problemi di memoria”, sottolinea lo specialista.

Come si diagnostica la stanchezza cronica

In presenza di sintomi che possano far sospettare la sindrome da fatica cronica, il primo passo è effettuare un esame obiettivo unito a esami di laboratorio per escludere altre patologie e ogni possibile causa alternativa della sindrome da fatica cronica.

“L'esame obiettivo del paziente con sindrome da stanchezza cronica è normale, senza segni obiettivi di debolezza muscolare, artriti, neuropatie o organomegalie. Normali sono anche gli accertamenti di laboratorio che, in genere, comprendono l'emocromo con formula e la misurazione degli elettroliti, dell'azotemia, della creatinina, della velocità di eritrosedimentazione e degli ormoni tiroidei. Se indicato da risultati clinici, ulteriori indagini in pazienti selezionati possono comprendere indagini radiologiche degli studi del sonno ed esami per l'insufficienza surrenalica.

La diagnosi di sindrome da fatica cronica, quindi, si basa sui sintomi caratteristici in pazienti con un normale esame clinico e normali risultati delle indagini di laboratorio. Eventuali risultati fisici anormali o test di laboratorio devono essere valutati e devono essere escluse diagnosi alternative che causano tali risultati e/o i sintomi - sottolinea il dottor Bassi -.

È importante sottolineare che, poiché chi soffre di sindrome da stanchezza cronica in genere sembra sano, gli amici, i familiari e anche a volte gli operatori sanitari esprimono scetticismo sulla sua condizione e questo può peggiorare la frustrazione e la depressione che i pazienti spesso provano per il loro disturbo poco compreso”.

Il trattamento

“Per offrire una cura efficace ai pazienti con sindrome da fatica cronica il medico deve innanzitutto riconoscere e accettare la validità dei sintomi. Qualsiasi siano le cause sottostanti, i pazienti non sono simulatori, ma sono sofferenti - avverte l’esperto - . Dall’altra parte, i pazienti devono accettare e accogliere la loro disabilità, focalizzandosi su ciò che possono ancora fare piuttosto che scoraggiarsi per quello che non riescono a fare”.

Nei pazienti che sono disposti a provarli e hanno accesso ai servizi appropriati anche la terapia cognitivo-comportamentale e un programma di esercizio graduale può apportare alcuni miglioramenti - conferma lo specialista.

Trattamenti non provati o confutati, come antivirali, immunosoppressori, diete d'eliminazione devono essere invece evitati”, conclude il medico.

 

L’importanza della diagnosi precoce per entrambe le patologie

Alcune prove indicano che una diagnosi precoce e quindi un trattamento altrettanto precoce, migliorino la prognosi. “La maggior parte dei pazienti migliora nel corso del tempo (anni), anche se spesso non torna di nuovo allo stato di pre-malattia e il miglioramento è solo parziale”.

“L'insorgenza della sindrome da stanchezza cronica è di solito brusca: spesso avviene a seguito di un evento psicologicamente o clinicamente stressante. Molti pazienti riferiscono:una malattia virale fatica intensa, febbre, sintomi respiratoriIl trattamento deve poi essere personalizzato sul singolo paziente. “La terapia comprende in primis il trattamento farmacologico dei sintomi specifici come:
il dolore
i disturbi del sonno

in alcuni casi la depressione.